giovedì 16 febbraio 2012

“Oro nero lucano”: merce per sanguisughe transnazionali!




Ancora una volta i potenti di turno sono riusciti ad ottenere il lasciapassare ,per continuare nell’opera di sfruttamento delle risorse naturali lucane; bisogna ringraziare l’illegittimo governo cosiddetto “tecnico”, che con la scusa del benessere “Italia” ha dato la propria autorizzazione all’ampliamento del centro oli di Viggiano e allo sfruttamento indiscriminato di tutto il territorio lucano, senza rimettere, minimamente in discussione, gli accordi esistenti.
Per farci una piccolissima idea, ma necessaria, basta dare qualche piccolissimo dato, il giacimento di “oro nero “ della Basilicata rappresenta l’80%  del petrolio italiano che corrisponde circa al 10% del fabbisogno nazionale; di questo immenso contributo che la nostra terra dà, alla “Nazione”, noi popolo di briganti cosa riceviamo? Una miseria!
Le royalty, ovvero il pagamento di un compenso per lo sfruttamento delle risorse naturali, concesse (sarebbe più giusto dire richieste dallo stato) alla regione Basilicata ammontano al 7% (Ma c’è di piùper i primi 300.000 barili di petrolio estratti all’anno in Italia le compagnie non sono tenute a pagare un bel niente) ; nella decade dal 2000-2009 la regione ha ricevuto 510 milioni, (una media più o meno di 50 milioni l’anno); sembrano cifre esorbitanti, ma se paragonate alle royalty  di altri paesi sono una vera miseria, ad esempio:  Libia e Indonesia l’85%, la Russia e Norvegia l’80%; Alaska il 60%, il Canada il 50%, Kazakistan e Nigeria 45%, l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
Risulta chiaro che il 93% degli introiti derivanti dall’estrazione petrolifera lucana spetta alle imprese transnazionali del petrolio (Royal Dutch Shell, ENI e Total). Ci sembra doveroso dire qualche parola sulle suddette compagnie petrolifere:
-  Royal Dutch Shell: impresa transnazionale anglo-olandese una delle cosiddette “sette sorelle”, accusata di sostenere il governo di segregazione razziale in Sudafrica (colpa imperdonabile!); in Thailandia usò minacce e corruzione per indurre gli indigeni a lasciare la loro terra; nel 1998 venne definita una delle 5 imprese minerarie con le peggiori misure di sicurezza; nel 1993 la Shell, su richiesta legale, ha testato veleno per roditori su animali, ed anche altri prodotti chimici come detergenti e anticongelanti prevedono test su animali.
ENI(Ente nazionale idrocarburi): creata da Enrico Mattei nel 1953 convertita in società per azioni nel 1992 attualmente più del 70% è privata; il 7 gennaio del 2011 a porto Torres causa il più grande disastro ambientale europeo riversando nella darsena circa 18 mila litri di petrolio, in Italia altre sei città hanno avviato causa per gravi danni ambientali; negli Stati Uniti è stata accusata di aver pagato mazzette per corrompere il governo nigeriano dal 1994 al 2004, per non essere processata ha sborsato 365 milioni di dollari;
Total: compagnia petrolifera francese; nel 2002 alcuni rifugiati birmani hanno chiesto (al governo belga di incriminare la Total), secondo i quali avrebbe utilizzato manodopera forzata fornita dalla giunta militare al potere in Birmania (accusata di crimini contro l’umanità) per la costruzione di un gasdotto; nel 2008 l’amministratore delegato Lionel Levha viene arrestato per associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.
Che bel terzetto!
Ma al di là di queste, certo non trascurabili osservazioni, qualcuno  potrebbe obbiettare che almeno le royalty lucane creano occupazione, anche in questo caso qualche piccolo dato servirà a chiarire la situazione; si è passato dal tasso di disoccupazione 9,55% del 2007 al 12,99% del 2010 , al 13,01% del primo trimestre del 2011(dati ISTAT); mentre il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) il più alto d’Italia; è passato al 42% del 2010 contro il 38,3% del 2009, il 34,6% del 2008; del 31,4% del 2007(dati ISTAT). Gran bella occupazione!
Come vengono spese le misere royalty che la nostra regione incassa sono un vero mistero!
Sappiamo solamente che cercano di zittirci, con l’elemosina del bonus benzina di 100 € per ogni patentato, un vero e proprio contentino per un popolo fiero come il nostro, bisognerebbe boicottare questo bonus, per ribadire con più forza che non intendiamo accontentarci dell’elemosina di imprese transnazionali, che sfruttando le nostre risorse, ci costringono a pagare il prezzo di quelle, che in economia vengono definite esternalità negative, ovvero l'effetto che l'azione di soggetti economici hanno sul benessere(non solo economico ma sociale ambientale e paesaggistico) di altri soggetti. Cari briganti è l’ora di dire basta allo sfruttamento indiscriminato del nostro territorio, per garantire un’equità intergenerazionale, un’equità che permetterebbe ai nostri figli e nipoti di beneficiare delle stesse condizioni ambientali, paesaggistiche e umane, delle  nostre.

Gli ultimi briganti


venerdì 3 febbraio 2012

Falesia Viggiano




 Visto che siamo un gruppo di ragazzi appassionati di arrampicata e alpinismo, vogliamo postare la guida della piccola falesia di Viggiano, per noi l’arrampicata è una passione, in quanto tale non può essere soggetta a logiche di mercato; ecco da dove deriva il nostro rifiuto per qualunque forma di mercificazione dell’arrampicata,  per questo motivo siamo contro le guide d’arrampicata, nel nostro piccolo ci battiamo e continueremo a batterci per la libera pubblicazione delle guide d’arrampicata.








venerdì 28 ottobre 2011

Il primo post che vogliamo pubblicare, più che un vero e proprio articolo è una puntualizzazione sul nome dell'Associazione, “Gli Ultimi Briganti”, poiché la maggior parte delle Associazioni o di gruppi o di semplici individui che si rifanno al movimento sociale dei Briganti avanzano proposte d’indipendenza, noi invece siamo totalmente in disaccordo con qualunque movimento di secessione, in quanto riteniamo l'Unità d'Italia una grande conquista sociale, che andava fatta, anche se come ha osservato giustamente Eugenio Bennato “non in quel modo irrispettoso delle diversità delle culture”.
Noi non chiediamo la restaurazione del Regno delle Due Sicilie, ma non possiamo, come per molto tempo è stato fatto, anche dalla versione ufficiale della storia, ignorare o addirittura censurare l'organizzazione sociale, “che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di brigantaggio” (Antonio Gramsci). Non possiamo ignorare il massacro di Pontelandolfo e Casalduni, in cui persero la vita più di un migliaio di persone, per mano del folle criminale Enrico Cialdini. Non possiamo dimenticare le “266.370 vittime”(Ottavio Rossani), tra la popolazione del Sud; non possiamo dimenticare  il lager piemontese di “Fenestrella” in cui furono incarcerati e torturati superstiti briganti.
Come non possiamo accettare l'idea, molto diffusa, di un Sud che per sua natura è arretrato e di un Nord industrializzato; vogliamo solo ricordare ai militanti della Lega e ai loro simpatizzanti, che secondo il primo censimento del Regno d'Italia del 1861, nel meridione gli occupati nella nascente industria metalmeccanica ammontavano a 1.595.359 unità, contro il 1.539.437 di unità di tutte le altre regioni italiane messe insieme; inoltre è doveroso ricordare la prima ferrovia costruita in Italia, la (Napoli-Portici), l'efficienza dei cantieri navali a Castellammare, alle fabbriche di Mongiano(Calabria) o all'estrazione dello zolfo in Sicilia, e cosi via.
Per concludere; il nostro omaggio ai Briganti non è un ritorno al passato ma un invito a non ignorare, per costruire un futuro migliore.

Gli Ultimi Briganti