venerdì 28 ottobre 2011

Il primo post che vogliamo pubblicare, più che un vero e proprio articolo è una puntualizzazione sul nome dell'Associazione, “Gli Ultimi Briganti”, poiché la maggior parte delle Associazioni o di gruppi o di semplici individui che si rifanno al movimento sociale dei Briganti avanzano proposte d’indipendenza, noi invece siamo totalmente in disaccordo con qualunque movimento di secessione, in quanto riteniamo l'Unità d'Italia una grande conquista sociale, che andava fatta, anche se come ha osservato giustamente Eugenio Bennato “non in quel modo irrispettoso delle diversità delle culture”.
Noi non chiediamo la restaurazione del Regno delle Due Sicilie, ma non possiamo, come per molto tempo è stato fatto, anche dalla versione ufficiale della storia, ignorare o addirittura censurare l'organizzazione sociale, “che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di brigantaggio” (Antonio Gramsci). Non possiamo ignorare il massacro di Pontelandolfo e Casalduni, in cui persero la vita più di un migliaio di persone, per mano del folle criminale Enrico Cialdini. Non possiamo dimenticare le “266.370 vittime”(Ottavio Rossani), tra la popolazione del Sud; non possiamo dimenticare  il lager piemontese di “Fenestrella” in cui furono incarcerati e torturati superstiti briganti.
Come non possiamo accettare l'idea, molto diffusa, di un Sud che per sua natura è arretrato e di un Nord industrializzato; vogliamo solo ricordare ai militanti della Lega e ai loro simpatizzanti, che secondo il primo censimento del Regno d'Italia del 1861, nel meridione gli occupati nella nascente industria metalmeccanica ammontavano a 1.595.359 unità, contro il 1.539.437 di unità di tutte le altre regioni italiane messe insieme; inoltre è doveroso ricordare la prima ferrovia costruita in Italia, la (Napoli-Portici), l'efficienza dei cantieri navali a Castellammare, alle fabbriche di Mongiano(Calabria) o all'estrazione dello zolfo in Sicilia, e cosi via.
Per concludere; il nostro omaggio ai Briganti non è un ritorno al passato ma un invito a non ignorare, per costruire un futuro migliore.

Gli Ultimi Briganti