Ancora una volta i potenti di turno sono riusciti ad ottenere il lasciapassare ,per continuare nell’opera di sfruttamento delle risorse naturali lucane; bisogna ringraziare l’illegittimo governo cosiddetto “tecnico”, che con la scusa del benessere “Italia” ha dato la propria autorizzazione all’ampliamento del centro oli di Viggiano e allo sfruttamento indiscriminato di tutto il territorio lucano, senza rimettere, minimamente in discussione, gli accordi esistenti.
Per farci una piccolissima idea, ma necessaria, basta dare qualche piccolissimo dato, il giacimento di “oro nero “ della Basilicata rappresenta l’80% del petrolio italiano che corrisponde circa al 10% del fabbisogno nazionale; di questo immenso contributo che la nostra terra dà, alla “Nazione”, noi popolo di briganti cosa riceviamo? Una miseria!
Le royalty, ovvero il pagamento di un compenso per lo sfruttamento delle risorse naturali, concesse (sarebbe più giusto dire richieste dallo stato) alla regione Basilicata ammontano al 7% (Ma c’è di più, per i primi 300.000 barili di petrolio estratti all’anno in Italia le compagnie non sono tenute a pagare un bel niente) ; nella decade dal 2000-2009 la regione ha ricevuto 510 milioni, (una media più o meno di 50 milioni l’anno); sembrano cifre esorbitanti, ma se paragonate alle royalty di altri paesi sono una vera miseria, ad esempio: Libia e Indonesia l’85%, la Russia e Norvegia l’80%; Alaska il 60%, il Canada il 50%, Kazakistan e Nigeria 45%, l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
Risulta chiaro che il 93% degli introiti derivanti dall’estrazione petrolifera lucana spetta alle imprese transnazionali del petrolio (Royal Dutch Shell, ENI e Total). Ci sembra doveroso dire qualche parola sulle suddette compagnie petrolifere:
- Royal Dutch Shell: impresa transnazionale anglo-olandese una delle cosiddette “sette sorelle”, accusata di sostenere il governo di segregazione razziale in Sudafrica (colpa imperdonabile!); in Thailandia usò minacce e corruzione per indurre gli indigeni a lasciare la loro terra; nel 1998 venne definita una delle 5 imprese minerarie con le peggiori misure di sicurezza; nel 1993 la Shell , su richiesta legale, ha testato veleno per roditori su animali, ed anche altri prodotti chimici come detergenti e anticongelanti prevedono test su animali.
- ENI(Ente nazionale idrocarburi): creata da Enrico Mattei nel 1953 convertita in società per azioni nel 1992 attualmente più del 70% è privata; il 7 gennaio del 2011 a porto Torres causa il più grande disastro ambientale europeo riversando nella darsena circa 18 mila litri di petrolio, in Italia altre sei città hanno avviato causa per gravi danni ambientali; negli Stati Uniti è stata accusata di aver pagato mazzette per corrompere il governo nigeriano dal 1994 al 2004, per non essere processata ha sborsato 365 milioni di dollari;
- Total: compagnia petrolifera francese; nel 2002 alcuni rifugiati birmani hanno chiesto (al governo belga di incriminare la Total ), secondo i quali avrebbe utilizzato manodopera forzata fornita dalla giunta militare al potere in Birmania (accusata di crimini contro l’umanità) per la costruzione di un gasdotto; nel 2008 l’amministratore delegato Lionel Levha viene arrestato per associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.
Che bel terzetto!
Ma al di là di queste, certo non trascurabili osservazioni, qualcuno potrebbe obbiettare che almeno le royalty lucane creano occupazione, anche in questo caso qualche piccolo dato servirà a chiarire la situazione; si è passato dal tasso di disoccupazione 9,55% del 2007 al 12,99% del 2010 , al 13,01% del primo trimestre del 2011(dati ISTAT); mentre il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) il più alto d’Italia; è passato al 42% del 2010 contro il 38,3% del 2009, il 34,6% del 2008; del 31,4% del 2007(dati ISTAT). Gran bella occupazione!
Come vengono spese le misere royalty che la nostra regione incassa sono un vero mistero!
Sappiamo solamente che cercano di zittirci, con l’elemosina del bonus benzina di 100 € per ogni patentato, un vero e proprio contentino per un popolo fiero come il nostro, bisognerebbe boicottare questo bonus, per ribadire con più forza che non intendiamo accontentarci dell’elemosina di imprese transnazionali, che sfruttando le nostre risorse, ci costringono a pagare il prezzo di quelle, che in economia vengono definite esternalità negative, ovvero l'effetto che l'azione di soggetti economici hanno sul benessere(non solo economico ma sociale ambientale e paesaggistico) di altri soggetti. Cari briganti è l’ora di dire basta allo sfruttamento indiscriminato del nostro territorio, per garantire un’equità intergenerazionale, un’equità che permetterebbe ai nostri figli e nipoti di beneficiare delle stesse condizioni ambientali, paesaggistiche e umane, delle nostre.
Gli ultimi briganti
BASTA con lo sfruttamento indiscriminato della nostra terra...non è un paese per ricchi!!!
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